La “rivoluzione” digitale: altri modi di vedere la televisione
DOI:
https://doi.org/10.4013/5392Resumo
L’articolo prende in esame il molto enfatizzato fenomeno che va correntemente sotto il nome di “rivoluzione digitale”, esortando a ‘frenare l’ entusiasmo’ per l’innovazione tecnologica e per le sue conseguenze presunte magnifiche e progressive. Con il sostegno di un selezionato corpus di studi, l’A. mette in guardia contro i rischi sia del determinismo tecnologico, sia della amnesia storica: due posture intellettuali che inducono a trascurare la decisiva importanza dei fattori umani nei processi di cambiamento. Nondimeno, l’avvento del digitale nel campo della televisione ha attivato processi di trasformazione che non possono essere negati. Essi si manifestano soprattutto in termini di pluralizzazione: dei canali, dell’offerta di contenuti, del range della scelta, delle modalità di consumo. A quest’ultimo proposito, in particolare, l’A. sottolinea come l’innovazione forse più radicale derivante dall’applicazione del digitale – e cioè la estrazione dei contenuti televisivi dai palinsesti e la loro materializzazione negli ormai diffusissimi DVD – non facciano altro, a ben guardare, se non riprodurre le condizioni di consumo culturale che si erano stabilite fin dall’Ottocento con la diffusione del libro.
Parole chiave: televisione, rivoluzione digitale, pluralizzazione, libro.Downloads
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